Libri di Elisabetta Giudici

Il libro richiama alla mente L’educazione sentimentale, capolavoro di Gustave Flaubert, divenuto un classico cui si ispirò anche Marcel Proust, salvo il fatto che nell’opera di Elisabetta Giudici i ruoli sono in qualche modo invertiti. Infatti, è l’uomo ad essere amato e a non corrispondere pienamente alla donna, la quale si consuma in un apparentemente amore inutile. In verità, la conclusione finale consiste nell’affermazione che è inutile una vita vissuta senza amore e senza avere fatto dono di sé stessi ad alcuna persona amata.

Scritto in forma di prosimetro – come i Canti orfici di Dino Campana o come Une saison en enfer di Arthur Rimbaud e si potrebbe anche risalire a Vita Nova di Dante Alighieri o agli autori latini come Petronio con il Satyricon – il libro L’amore inutile di Elisabetta Giudici alterna in equilibrio parti in prosa con altre congegnate in poesia, in modo da modulare la descrizione e l’interpretazione del mondo esterno e dell’io interiore della protagonista, Astrid, sia nel racconto di ricapitolazione dei fatti sia nel canto lirico delle emozioni e dei sentimenti. Si alterna la densità del pensiero critico nell’esercizio della ragione, con la levità leggiadra del sogno analogico di un’altra vita in un altrove orfico, in una sorta di partita a tennis, nell’uno e nell’altro campo.

Lui, uomo maturo, violoncellista pazzo per la musica, le note nelle vene come sangue, la paura di "darsi", l'ateismo radicato tra pigrizia e convinzione; lei, giovane e frizzante, positiva e ottimista, la sua vita tutta per gli altri, il suo unico punto di riferimento Dio e il suo amore infinito. Lui e lei un giorno diventano "loro" e provano ad accordare le differenze in un unico codice d'amore, che rimane e guida entrambi anche quando le loro strade sembrano nuovamente allontanarsi.

Ricordi che chiedono insistentemente di rivivere e di essere scritti, per divenire voci. La voce di un bimbo-angelo, scomparso a soli tre anni, che continua a vegliare sui genitori, sullo sfondo drammatico e vero dell'ultima guerra e della tragica realtà dei campi di prigionia. La voce di una nonna, dolce ma forte, che insegna a vivere e ad amare all'appassionata e altruista nipote. Un romanzo delicato e commovente, un inno all'amore di una famiglia sempre unita, nel bene e nel male.