Abscondita: Carte d'artisti
Estetica, etica e storia nelle arti della rappresentazione visiva
Bernard Berenson
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2009
pagine: 207
"L'opera della mia vita è stata di "vivere" l'opera d'arte, di girarla e rigirarla sul palato del mio spirito, di meditare e sognare su di essa; poi, nella speranza di meglio comprenderla, di scriverne. Il regno dell'arte è un mondo, in sé e per sé, fondato su ciò che è attuale. Ci offre, quando siamo esauriti dallo sforzo di distaccarci dalla confusione e dal ronzio dell'attuale, il riposo e il refrigerio che bramiamo prima di prendere il volo e d'innalzarci alla regione dei concetti, delle astrazioni, della matematica pura. È un regno in cui non possono trovar luogo reazioni di piacere fisico o di pena fisica, poiché né quello né questa possono attraversarne le frontiere senza lasciare indietro ogni principio attivo. È un regno al di là della sensazione fisica, e tuttavia è un regno che non può non servire di modello e d'ispirazione a ciò che è attuale. E il regno delle sensazioni immaginarie."
Cinquanta segreti magici per dipingere
Salvador Dalì
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2009
pagine: 175
"'Salvador, come indica il suo stesso nome, è destinato a riscattare la pittura dalla vacuità dell'arte moderna'. Questa affermazione categorica, anche se di primo acchito, per il suo egocentrismo, potrebbe sembrar scritta dallo stesso Salvador Dalì, appartiene alla penna del famoso filosofo catalano Francisco Pujols. Quando, nel 1937, costui scrisse questa frase, in pieno caos surrealista, ammetto - con modestia, per una volta almeno - che io stesso, nonostante i miei ambiziosi imperialismi di ogni genere, non ci credetti molto. Oggi, tuttavia, constato di esser giunto, passo a passo, alla ferma convinzione che è proprio così." (Dal Prologo di Salvador Dalì)
La città dalle 100 meraviglie
Filippo De Pisis
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2009
pagine: 173
"Qualcuno ha scritto che nei testi di de Pisis si riconoscono i soggetti, i colori e certe emozioni dei suoi dipinti, cercando una correlazione fra i due linguaggi. È certamente vero perché entrambi fanno parte di un unicum, l'uno nutre l'altro e viceversa. Ma la caratteristica più interessante del personaggio nel suo complesso sta nella dimensione culturale assolutamente fuori dal comune, una dimensione erudita e profonda, da intellettuale raffinatissimo, conoscitore di discipline le più diverse, appassionato di arte antica e studioso di cosiddetti artisti minori, capace di darsi regole di studio severissime per raggiungere l'obiettivo della conoscenza. Tutto ciò fa da substrato fecondo sia della scrittura che della pittura, entrambi linguaggi articolati e di difficile elaborazione, che tuttavia de Pisis trasforma con apparente facilità in un dipanarsi di immagini, scritte o dipinte, che narrano la sua particolare visione del mondo che lo circonda, con un carattere di candore che è un elemento fondamentale del suo modo di leggere gli eventi, anche nei momenti nei quali affermerà, con la levità che gli era propria, la sua omosessualità. Egli ha senza dubbio conservato dentro di sé il pascoliano "fanciullino", attraversando due guerre mondiali senza neppure per una volta prenderne atto in uno scritto o in un quadro; con una levità che fortemente dentro di lui contrasta con il bisogno profondo di conoscenza. [...]". (Dalla nota di Claudia Gian Ferrari)
Scritti
Marcel Duchamp
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2009
pagine: 276
"Gli scritti di Marcel Duchamp sono accumulati come una grande deriva che procede a lampi di magnesio, fatti di frammenti ellittici, di rimandi e vuoti. Un'intenzionale incompletezza presiede agli scritti. Essi non disdegnano il sogno grandioso della totalità, eppure rinnovano il senso incompleto dell'imperfezione attraverso l'uso del frammento. Il frammento prevede il conforto del vuoto e dell'interruzione, dell'illuminazione e della pausa, dell'edonismo del gioco di parole e della icasticità della definizione. Il frammento permette ancora di sognare, di rinviare e di sostare. Come la porta di rue Larrey, il frammento adotta uno stile a cerniera, che apre e chiude sul senso contemporaneamente, che cigola a ogni spostamento del pensiero e adotta il silenziatore dell'andare a capo. Se la parola è un codice, questo significa che Duchamp le adotta come calco, assumendone la convenzione, ma ribaltandone l'uso in una costruzione a calembour, a scatole cinesi che si sottraggono rinviando continuamente d proprio fondo. Se spesso le parole costruiscono una proposizione, questa viene tenuta in scacco mediante lo slittamento del significato. Il rinvio avviene in una doppia maniera, adottando l'idea di un'opera da realizzare come fantasma, fuori dalla pagina, oppure concretizzando la felice oscurità del senso nell'ermetismo della pagina stessa. [...]" (Dallo scritto di Achille Bonito Oliva)
Paolo Uccello
Philippe Soupault
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2009
pagine: 142
"Paolo Uccello possiede un raro dono per un pittore, ossia di trovare ciò che risponde alle sue preoccupazioni immediate. Non bara mai, né con se stesso né con la propria arte. Con un rigore che gli sarà rimproverato, segue una linea retta senza mai abbandonarla. Mentre tanti altri si servono del loro mestiere per creare illusioni, Paolo Uccello utilizza il proprio per dissipare le illusioni da cui la pittura con tanta pena, in nome del suo stesso postulato, si libera. La franchezza del suo attacco e dei suoi sviluppi possono per un istante far pensare a una sorta di secchezza, ma riflettendoci non gli si potrà imputare null'altro che una purezza prossima alla semplicità del suo spirito. Tra il pittore e la propria opera quali demoni, quali nembi vengono a interporsi, creando un mondo fatto di brume e di veli che confondono colui che crea. Uccello ha cacciato una volta per tutte queste potenze nemiche accostandosi il più possibile al quadro. Nessun intermediario, nessun sortilegio. E in questa spoliazione, da alcuni considerata la sua povertà, che vedo la grandezza di Uccello, fatta di franchezza, di purezza e di forza. Questo carattere lo avvicina a quei suoi contemporanei che, stanchi di tutte le raffinatezze e delle complicazioni estreme, cercarono nella povertà assoluta il segreto della vita".
La vista e i colori-Carteggio con Goethe
Arthur Schopenhauer
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2009
pagine: 155
Goethe e Schopenhauer si incontrarono più volte per tutto l'inverno 1813-1814, finché, trasferitosi a Dresda, Schopenhauer portò a termine la propria opera, "La vista e i colori", e nel 1815 la inviò a Goethe. Il carteggio con Goethe, pubblicato nel presente volume, fornisce al lettore la storia completa degli inutili tentativi fatti da Schopenhauer per indurre Goethe a tenere a battesimo la sua "creatura".
Per monstra ad sphaeram
Aby Warburg
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2009
pagine: 172
Con questo volume il pubblico italiano ha per la prima volta a disposizione una scelta tematicamente e cronologicamente coerente di testi inediti dal lascito di Aby Warburg, in un'edizione filologicamente attendibile che si basa sulla edizione critica tedesca stabilita dagli stessi curatori. Si tratta di frutti del lavoro svolto da Warburg durante il suo ricovero nella clinica di Ludwig Binswanger a Kreuzlingen, e allo stesso tempo di testimonianze della guarigione che permise finalmente il suo congedo e il ritorno ad Amburgo. Scopo dell'edizione è mostrare che Warburg non smise mai, anche durante il periodo più critico della sua vita, di riflettere sui problemi che lo interessavano e che la famosa conferenza sul Rituale del serpente non fu dunque un fenomeno isolato, quasi un fulmine a ciel sereno nella notte di Kreuzlingen. Particolarmente importanti da questo punto di vista sono i testi che possono valere come nucleo originario dell'atlante Mnemosyne: le note raccolte sotto il titolo "Le forze del destino riflesse nel simbolismo all'antica" e la conferenza in memoria di Franz Boll. Qui riesce a Warburg, per un'unica volta, di offrire una sintesi complessiva della sua opera e di guidare il lettore attraverso il labirinto del suo pensiero. La lettura di questi testi, illuminante e rasserenante a un tempo, consente di vivere, al passo con l'autore, l'esperienza di una vera e propria catarsi.
Suprematismo
Kazimir Malevič
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2009
pagine: 160
Kazimir Malevic (1878-1935) è un affascinante protagonista di quel prodigioso fermento da cui sono emerse le avanguardie russe che hanno raggiunto il loro culmine negli anni precedenti la Rivoluzione d'Ottobre. La figura di Malevic ha assunto un alone di leggenda, non solo per lo straordinario valore dell'artista, ma anche per l'importante contributo del teorico, che ha avuto una profonda influenza sull'evoluzione delle opinioni estetiche del tempo. Malevic è soprattutto il fondatore del suprematismo, movimento pittorico che ha portato all'estremo il superamento delle convenzioni spaziali e ha azzerato le forme per farle rinascere come unità pittoriche elementari, assoggettate al dominio del colore. Creata da una "ragione intuitiva", affrancata dalla forza di gravità terrestre, l'arte di Malevic, in quanto espressione di energia spirituale, era anche un metodo per raggiungere uno stato di coscienza più elevato, in grado di percepire l'invisibile. Il volume raccoglie i testi essenziali di Malevic sul suprematismo, testi di grande suggestione, scritti tra il 1913 e il 1923, che contribuiscono a farci scoprire ulteriori ragioni del suo lavoro.
La filosofia di Andy Warhol da A a B e viceversa
Andy Warhol
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2009
pagine: 264
"Non manca niente. C'è tutto. Lo sguardo spento. La grazia diffratta... Il languore annoiato, il pallore desolato... L'essere freak in modo chic, l'essenza passiva dello stupore, la segreta conoscenza che ammalia... La gioia un po' mesta, i tropismi rivelatori, la maschera imbiancata da folletto, l'aspetto lievemente slavo... L'ingenuità infantile, il fascino radicato nella disperazione, la trascuratezza narcisistica, la perfetta alterità, l'inafferrabilità, l'aura ombrosa, voyeuristica, vagamente sinistra, la pallida e sussurrata magica presenza, l'essere pelle e ossa... La pelle bianca da albino. Incartapecorita. Da rettile. Bluastra... Le ginocchia nodose. La mappa delle cicatrici. Le lunghe braccia ossute, così candide da sembrare candeggiate. Le mani attraenti. Gli occhi a spillo. Le orecchie a banana... Le labbra tendenti al grigio. I capelli scarmigliati bianco-argento, soffici e metallici. I tendini del collo in evidenza intorno al grande pomo d'Adamo. C'è tutto... Non manca niente. Io sono tutto ciò che dice il mio album di fotografie."
La mia vita segreta
Salvador Dalì
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2009
pagine: 300
"Ho trentasette anni. È il 30 giugno 1941, giorno in cui promisi di consegnare questo manoscritto all'editore. Ho appena finito di trascriver qui i segreti della mia vita; la mia vita soltanto, infatti, mi conferisce l'autorità di farmi ascoltare. Desidero essere ascoltato. Sono l'incarnazione più rappresentativa del dopoguerra europeo, ne ho vissuto tutte le avventure, tutti gli esperimenti, tutti i drammi. Protagonista della rivoluzione surrealista, ho seguito giorno dopo giorno gli incidenti intellettuali e le ripercussioni che il materialismo dialettico di dottrine pseudofllosofiche ha fondato sui miti del sangue e della razza del nazionalsocialismo."
Antonin Artaud. Forsennare il soggettile
Jacques Derrida
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2009
pagine: 114
"Jacques Derrida legge la vastissima opera di Artaud nel segno del "superamento" della metafisica così come lo intende Heidegger, indicando nello "stare sul limite" il luogo stesso che, rispetto alla storia della metafisica, "non è né dentro né fuori". Leggere Antonin Artaud al di qua di questo desiderio di riappropriazione di sé (di qualsiasi retorica del "corpo proprio") e della condanna di tutto ciò che egli identificava come l'improprio che investe, come si sa, la filosofia, la politica, la tecnica e, più in generale, le protesi, i derivati, i supporti, l'artificiale insomma, contro cui si scaglia in "Pour enfinir avec le jugement de dieu". Leggerlo così, allora, ma salvaguardando nel contempo la tensione dell'impossibile che attraversa tutta la sua opera - è questo lo "stare sul limite" in cui si pone Derrida, e beninteso lo spazio rispetto al quale si leva ogni eccesso che l'opera stessa di Artaud sembra essere costantemente sul punto di provocare." (Dallo scritto di Alfonso Cariolato)
Modigliani, mio padre
Jeanne Modigliani
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2009
pagine: 164
"Paulette Jourdain, che era allora una bambina, si ricorda che la notte in cui Modigliani morì all'ospedale, Zborowski non volle che Jeanne dormisse nello studio della Grande Chaumière. Paulette l'accompagnò in un piccolo albergo della rue de Seme. L'indomani Jeanne andò all'ospedale per rivedere Amedeo. Il padre, silenzioso e ostile, l'accompagnò. Rimase sulla soglia, racconta il dottor Barrieu, mentre Jeanne si avvicinava al cadavere. "Non lo baciò" scrive Stanislas Fumet, amico d'infanzia, con la moglie Aniuta, di Jeanne "ma lo gnardò a lungo, senza dir nulla, come se i suoi occhi si appagassero della sua disgrazia. Si ritirò camminando a ritroso, fino alla porta. Conservava il ricordo del viso del morto e si sfrozava di non vedere nient'altro". L'indomani, all'alba, Jeanne Hébuterne si gettò dal quinto piano. "Sembrava un angiolo" disse Foujita, che non rifugge dalla cattiva letteratura. Chantal Quenneville scrive: "Jeannette Hébuterne si era rifugiata dai suoi genitori, cattolici offesi della sua unione con l'ebreo Modigliani, e non diceva una parola. Erano trascorsi due o tre giorni quando domandai ad Andre Delhay: 'E Jeannette?'. Mi guardò male. Si era gettata, la mattina, dalla finestra del quinto piano della casa dei suoi genitori.

