Abscondita: Carte d'artisti
Scritti. Volume Vol. 2
René Magritte
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2010
pagine: 406
"Sino al 1926... ricercai una via, un modo per esprimere i miei sentimenti. Avevo stabilito che tutti i pittori dipingono le stesse cose, che solo lo stile cambia. Poi, dopo avere acquisito familiarità col cubismo, col futurismo e con l'opera di de Chirico, mi resi conto che lo stile è come la grammatica. Non ha nulla a che fare con la pittura. Ciò che conta è che cosa si deve dipingere. Mi resi conto anche del fatto che l'invisibile non può essere reso visibile, ossia che emozioni, sensazioni ecc. non possono essere dipinte. Come si può dipingere la libertà? Come si può rappresentare la libertà: in parole o immagini o anche nella propria mente? Non si può." Un'edizione critica degli scritti sull'arte, la politica, la vita del pittore belga.
Memorie di cieco. L'autoritratto e altre rovine
Jacques Derrida
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2010
pagine: 175
La scrittura di Derrida, indagando il tema della cecità in un fitto reticolo compositivo a forma di dialogo, decostruisce l'idea di una visione chiara e distinta. Una luce di tenebra attrae e avviluppa lo sguardo del lettore il quale, per mezzo del ricco apparato iconografico, ripercorre un cammino negli abissi della memoria, dove il disegno di ogni esistenza si traccia oscuramente. Lo svolgersi degli eventi e delle argomentazioni ricorda da vicino le atmosfere oniriche di Kafka o quelle allucinate e spettrali di Dostoevskij. Con "Memorie di cieco" Derrida raggiunge uno dei vertici più alti del suo pensiero maturo: in un unico tessuto narrativo confluiscono i ricordi di un'intera esistenza, declinati attraverso una capacità impressionante di "utilizzo" di campi e metodologie disciplinari che spaziano dalla iconologia alla psicoanalisi, dalla storia dell'arte alla poesia. Il risultato è un testo straordinario che straborda in ogni direzione, travalicando ogni genere letterario canonico: autobiografia, romanzo di formazione, confessione, saggio filosofico, critica d'arte, libro per immagini.
De immundo
Jean Clair
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2010
pagine: 101
"Lontano è il tempo in cui san Bonaventura predicava la delectatio. Docere et delectare: a lungo l'arte ha avuto come fine di arricchire lo spirito e di deliziare i sensi. L'arte contemporanea sembra aver cambiato completamente registro. L'età del disgusto è subentrata all'età del gusto: esibizione e desacralizzazione del corpo, svilimento delle sue funzioni e delle sue forme visibili, mutilazioni e automutilazioni, fascinazione per il sangue, gli umori corporali e gli escrementi, coprofilia, coprofagia... Da Lucio Fontana a Louise Bourgeois, da Orlan a Serrano, da Otto Muehl a David Nebreda l'arte si è impegnata in una strana cerimonia dove il sordido e l'abiezione scrivono un inatteso capitolo della storia dei sensi." (Jean Clair)
Architettura gotica e filosofia scolastica
Erwin Panofsky
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2010
pagine: 148
"In 'Architettura gotica e filosofia scolastica', Erwin Panofsky (1892-1968) stabilisce in modo chiaro dove, quando e perché va posta la frattura tra l'architettura romanica e quella gotica: in Francia, la cattedrale di Saint-Denis; al tempo dell'abate Suger (1137-1151); per il nuovo modo di pensare elaborato dai filosofi scolastici (Pietro Abelardo, Alberto Magno, Tommaso d'Aquino) e applicato da alcuni architetti gotici. A tali conclusioni l'autore giunge attraverso una vasta esperienza culturale: nel suo pensiero confluiscono non solo motivi derivati dalla tradizione degli storici dell'arte tedeschi, austriaci e francesi, ma anche la speculazione estetico-filosofica occidentale espressa nell'Ottocento e all'inizio del secolo successivo, nonché alcuni risultati raggiunti dai movimenti d'avanguardia nel campo delle arti visive e dell'architettura." (F. Starace)
Ebdòmero
Giorgio De Chirico
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2010
pagine: 147
"Ebdòmero non è un personaggio, ed "Ebdòmero" non è un romanzo; il primo è un nome consapevole, il secondo un itinerario, un deposito di immagini, un catalogo di simboli, un collage di sogni, paesaggi, interni di abitazione, appunti di disegni, accesi, tutti, da una fosforescenza che sa di memoria, di visione, di mistificazione. La favola di Ebdòmero si estende come un labirinto proliferante, un edificio capace di riprodursi, di progettare nuove ali, quartieri, aditi ed esiti; dunque sarebbe vano cercare un inizio e una conclusione, culmini privilegiati, scoperte modali: in un edificio, uno spazio, una città morta e compatta, un tempio accuratamente fastosamente sconsacrato, ogni punto è nodale, inaugura e sigilla." (Giorgio Manganelli)
Apparenza nuda. L'opera di Marcel Duchamp
Octavio Paz
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2010
pagine: 143
"Apparenza nuda" è formato da due saggi che Octavio Paz ha dedicato a Marcel Duchamp. Il primo è un'introduzione generale all'opera dell'artista francese: esso contiene una descrizione completa e un'interpretazione del Grande Vetro, lasciato "definitivamente incompiuto" nel 1923. Uno dei pittori più celebri del nostro secolo abbandona l'arte per dedicarsi agli scacchi ed entra, così, nella leggenda. Dopo la sua morte, si scoprirà con stupore che aveva lavorato in segreto per vent'anni... Per Paz, l'opera di Duchamp e il suo abbandono della pittura non derivano né dal patetismo né dall'orgoglio, ma da una folle saggezza: da quella "libertà d'indifferenza" che rimane dopo la conoscenza. Il secondo saggio è un'analisi dell'Assemblaggio di Filadelfia. Paz mostra come esso si ricolleghi al Grande Vetro e alle altre opere di Duchamp, perché un medesimo principio governa tutte le sue speculazioni plastiche: il principio della "cerniera" (le porte - e le idee - si aprono nelle sue opere senza peraltro cessare di essere chiuse, e viceversa). Questo saggio riesce dunque a mettere in luce le somiglianze profonde tra il percorso di Duchamp e il mito di Diana e Atteone: dal voyeurismo alla contemplazione mediante il sacrificio. Nell'ultima parte del saggio, Paz mostra come Duchamp sia l'erede del tema tradizionale e centrale del pensiero e dell'arte occidentali: l'amore e la conoscenza. La sua visione è il prolungamento inatteso della tradizione dell'amore cortese e dell'ermetismo neoplatonico.
1789, i sogni e gli incubi della ragione
Jean Starobinski
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2010
pagine: 188
"In "1789, i sogni e gli incubi della ragione", ho preso in esame alcune delle immagini tipiche della cultura rivoluzionaria francese nel contesto del neoclassicismo europeo. L'opera studia le forme in cui, proclamando la vittoria dei grandi princìpi, si è sperato di renderli comprensibili e di diffonderli. Questa vittoria fu spesso rappresentata come un'aurora. Quest'arte che volle espellere l'ombra ci sembra avere attinto alla sua piena grandezza solo in quegli artisti che, come Goya, hanno avvertito in loro stessi e attorno a loro il ritorno minaccioso dell'ombra."
Scritti, interviste, testimonianze
Edward Hopper
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2010
pagine: 126
"Sono qui raccolti per la prima volta tutti i principali scritti di Edward Hopper, unitamente alle sue più significative interviste e alle più importanti testimonianze di coloro che lo conobbero. Sia le sue pagine, sia i racconti di critici e artisti che lo incontrarono, nello studio in Washington Square a New York, oppure a Cape Cod, nella casa affacciata sull'oceano che lui stesso aveva costruito all'inizio degli anni Trenta, restituiscono un ritratto suggestivo e illuminante di uno dei maestri della pittura del Novecento. Hopper si riconferma una figura elusiva ed enigmatica ("Non so quale sia la mia identità. I critici ti danno un'identità, e a volte tu gli dai una mano", dichiara lui stesso), ma le sue rare dichiarazioni sono una chiave imprescindibile per conoscerne la personalità, le convinzioni, gli amori intellettuali. Edward Hopper (Nyack 1882-New York 1967) è il maggior esponente del realismo americano del nostro secolo. La sua pittura, ispirata alla scena americana, dove compaiono case vittoriane e binari ferroviari, fari sulla costa atlantica e caffè solitari, distributori di benzina e immagini di strade cittadine, è al tempo stesso quotidiana e metafisica. La sua opera, come è stato detto, è un'icona del mondo contemporaneo". (Elena Pontiggia) Uscito nel 2000, il volume viene riproposto qui in una ristampa rivista e corretta, in occasione della grande mostra dedicata al pittore.
La vita e l'opera di Albrecht Dürer
Erwin Panofsky
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2009
pagine: 545
"Fu in Germania che, nel Quattrocento, l'invenzione della .stampa, dell'incisione e della xilografia fornì al singolo la possibilità di diffondere le proprie idee in tutto il mondo. Proprio mediante le arti grafiche la Germania assurse al ruolo di grande potenza nel campo artistico, grazie principalmente all'attività di un artista che, benché famoso come pittore, divenne una figura internazionale solo per le sue doti di incisore e xilografo: Albrecht Dürer. Le sue stampe per più di un secolo costituirono il canone della perfezione grafica e servirono da modelli per infinite altre stampe, come pure per dipinti, sculture, smalti, arazzi, placche e porcellane, non solo in Germania, ma anche in Italia, in Francia, nei Paesi Bassi, in Russia, in Spagna e, indirettamente, persino in Persia. L'immagine di Dürer, come quella di quasi tutti i grandi, è cambiata secondo l'epoca e la mentalità in cui si è riflessa, ma sebbene le qualità distintive della sua innegabile grandezza furono variamente definite, questa grandezza fu riconosciuta subito e mai messa in dubbio".
Hokusai
Henri Focillon
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2009
pagine: 150
"Non ci fu cosa o soggetto che non ebbe posto nell'immensità dell'arte di Hokusai, pari all'immensità dell'universo. Si può dire che l'artista fu inebriato dallo spettacolo della vita e dalla molteplicità delle forme e che, neppure nei periodi di intenso naturalismo, l'arte giapponese aveva conosciuto qualcosa di simile. [...] Gli uomini e gli animali, gli umili testimoni dell'esistenza quotidiana, la leggenda e la storia, le solennità mondane e i mestieri, tutti i paesaggi, il mare, la montagna, la foresta, il temporale, le tiepide piogge delle primavere solitarie, l'alacre vento agli angoli delle strade, la tramontana sull'aperta campagna, tutto questo più il mondo dei sogni e il mondo dei mostri costituisce il regno di Hokusai, se alla parola è dato di segnarne i limiti. [...] Vita e movimento, studiati nella fatica o nella gioia degli uomini, come nel brulichio del mondo animale, nel brusco scatto che fa saltare l'insetto, in un nervoso colpo di pinna, ecco il grande principio che governa la curiosità dell'artista e la tiene desta ovunque una forma organica si muove, si agita, si dimena e si contorce. La cultura di una sensibilità delicata, la meditazione dei grandi esempi ereditati dal passato, la ricerca di uno stile che risiede nella ponderazione o nell'immobilità non potevano soddisfare l'artista. Hokusai ha voluto che la sua arte fosse pari, non alla creazione di uno splendido sogno solitario, ma pari al fremito e all'energia delle forme viventi."
Caravaggio. Delle sue incongruenze e della sua fama
Bernard Berenson
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2009
pagine: 172
"Questa volta mi occuperò del Caravaggio. Finora, sia me ne mancasse l'agio, sia la mia curiosità non fosse stimolata abbastanza, o forse per la combinazione delle due cause, non mi sono mai dato la pena di entrare in dimestichezza col Caravaggio. Comincerò con l'esaminare le opere superstiti del nostro pittore. Fino a pochi decenni or sono, la sua personalità di artista era nebulosa come quella di un Leonardo o di un Giorgione prima degli studi morelliani. Qualsiasi tela presentasse, in forti contrasti di luce, volgari e obesi giganti sacrilegamente atteggiati a Cristo o ad apostoli, figure con piumacci, baraonde di uomini e di donne dall'aspetto vizioso e alticcio, giovinastri occupati a giocare ai dadi o a barare alle carte, o più dignitose scene di concerti, veniva senz'altro attribuita a lui. Non così oggi. Il Caravaggio ha cessato d'essere una categoria o una specie, e ha riacquistato una personalità artistica definita quanto quella di Leonardo, o almeno quanto quella di Giorgione. Studierò soltanto i quadri che gli appartengono in modo indiscusso, secondo il giudizio dei più competenti. Intorno a essi mi lascerò andare a dire qualunque cosa mi passi per la testa, una testa che ha meditato per molti anni sull'arte, dal punto di vista estetico, storico, morale. E, infine, mi prenderò la libertà di esprimere quanti pensieri l'esame dell'opera caravaggesca mi ha suggerito." (B. Berenson)
Ingegnere del tempo perduto. Conversazione con Pierre Cabanne
Marcel Duchamp
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2009
pagine: 160
"Questa intervista ha provoeato fin dalla sua prima pubblicazione reazioni contraddittorie - alcune perfino indignate - sia per le parole di Marcel Duchamp, sia per lo stile con cui ho ritenuto opportuno condurre il nostro dialogo. Tali reazioni si spiegano con il fatto che molti presumono di detenere la verità esclusiva su Duchamp, e così lo riducono, a loro uso personale, a una mummia asettica e muta. Tutto questo ha dato come frutto articoli, persino interi libri, spesso astrusi, oscuri, tesi a interpretare un particolare di un'opera, una frase, un atteggiamento; e questo divertiva molto Duchamp, sebbene in genere non si desse la pena di leggere quel che si scriveva su di lui. Com'era dunque possibile, in presenza di queste glosse complicate, di queste sapienti decifrazioni che propongono chiavi di lettura sempre nuove e sempre divergenti e contraddittorie, tollerare che Duchamp, "l'uomo più intelligente del XX secolo" secondo Breton, abbia potuto dare delle sue opere, nella nostra intervista, "spiegazioni insignificanti, piattissime motivazioni"? Com'era possible ammettere che avesse detto, concludendone la lettura, "Tutto è chiaro come il sole"? Avrebbe significato accettare che Duchamp avesse posato sulla sua opera e sulla sua vita uno sguardo lucido, dando delle sue "cose" spiegazioni semplici, concise, spogliandole da complessi pensieri riposti o da segrete intenzioni." (Dalla postfazione di Pierre Cabaline)

